Sei uno di quelli che ha il reflusso senza saperlo? Ecco i segnali che spesso ignoriamo

Molte persone soffrono inconsapevolmente di reflusso gastroesofageo, una condizione spesso sottovalutata perché i sintomi non sono sempre evidenti o si manifestano in modo atipico. Il reflusso si verifica quando i succhi gastrici risalgono dallo stomaco verso l’esofago, irritando la mucosa esofagea. Non riconoscere tempestivamente questa situazione può favorire l’insorgenza di disturbi cronici e complicazioni più serie. Identificare i segnali meno noti e spesso trascurati è quindi fondamentale per la propria salute.

I sintomi classici: più comuni di quanto si pensi

I segnali più tipici del reflusso gastroesofageo sono facilmente riconoscibili. Il primo, spesso descritto come bruciore retrosternale o pirosi, è una sensazione di calore o dolore che si localizza dietro lo sterno e può irradiarsi fino al collo, alle orecchie e tra le scapole. A ciò si aggiunge il rigurgito acido, ovvero la percezione di un liquido amaro o acido che talvolta risale fino in bocca, specialmente dopo i pasti, durante la notte o in posizione sdraiata. Questi sintomi possono presentarsi in modo continuativo o intermittente: alcuni li avvertono soprattutto al risveglio, altri solo dopo aver mangiato o quando si piegano in avanti, come quando si allacciano le scarpe.
Molti però non associano immediatamente questi segnali al reflusso perché possono essere lievi o sporadici, rendendo facile confonderli con momentanei disagi digestivi o stress.

Sintomi atipici: i segnali silenziosi che spesso ignoriamo

Il reflusso gastroesofageo si manifesta spesso attraverso disturbi meno evidenti che vengono erroneamente attribuiti ad altre cause. Questi sintomi “atipici” riguardano principalmente gola, apparato respiratorio ed extra-digestivi. Tra i segnali spesso trascurati si trovano:

  • Sensazione di nodo alla gola o difficoltà alla deglutizione, con la percezione di avere qualcosa fermo in gola.
  • Tosse secca persistente o che compare prevalentemente di notte, spesso erroneamente collegata a infezioni respiratorie o allergie.
  • Raucedine, abbassamento della voce, senso di bruciore o irritazione faringea.
  • Sensazione di nausea e difficoltà digestive prolungate, anche senza bruciore evidente.
  • Eruttazioni frequenti o singhiozzo ricorrente non legati a pasti abbondanti.
  • Mal di gola cronico e ripetuti episodi di laringite.
  • Otite media inspiegabile (specie nei bambini).
  • Sintomatologia simil-asmatiche, come episodi acuti di dispnea o peggioramento dell’asma già presente.
  • Erosione dello smalto dei denti a causa dell’esposizione all’acidità dei succhi gastrici.

Non di rado, chi soffre di uno o più di questi disturbi non sospetta minimamente che la loro origine possa essere il reflusso. Ansia e stress possono peggiorare la percezione dei sintomi, rendendo più ardua l’identificazione della causa reale. Anche insonnia o difficoltà a riposare bene possono dipendere da piccoli episodi di reflusso notturno.

Fattori di rischio e abitudini che facilitano il reflusso “nascosto”

Diversi elementi possono favorire un reflusso silenzioso o poco evidente:

  • Alimentazione scorretta ricca di cibi grassi, fritti, speziati, alcol o bevande gassate.
  • Sovrappeso e obesità, che aumentano la pressione addominale e facilitano la risalita dei succhi gastrici.
  • La presenza di un’ernia iatale, spesso asintomatica fino alla comparsa del reflusso.
  • Fumo e consumo eccessivo di caffeina.
  • Gravidanza, per i cambiamenti ormonali e la pressione esercitata sull’addome dal feto.
  • Situazioni di ansia e periodi di grande stress psicofisico.

Può capitare che il malfunzionamento dello sfintere esofageo inferiore (cardias), che agisce da valvola tra stomaco ed esofago, renda più semplice il passaggio del contenuto gastrico verso l’alto. Anche alterazioni della saliva e uno svuotamento gastrico rallentato sono condizioni predisponenti.

Quando rivolgersi allo specialista e possibili complicanze

L’identificazione precoce dei segnali atipici è essenziale per evitare danni persistenti. È consigliato consultare un medico specialista in presenza di sintomi cronici come:

  • Bruciore di stomaco persistente o ricorrente.
  • Tosse cronica inspiegabile.
  • Voce rauca, disfagia (difficoltà a deglutire), o dolori toracici non cardiaci.
  • Ripetute laringiti, mal di gola costante o sensazioni prolungate di corpo estraneo in gola.
  • Erosioni dentali inspiegate dal dentista.

Il reflusso trascurato nel tempo può evolvere in esofagite, ulcerazioni della mucosa e, nei casi più gravi, in esofago di Barrett, una condizione che predispone a complicanze più serie. Nei pazienti asmatici può aggravare la sintomatologia respiratoria e nei bambini, soprattutto nei primi anni di vita, può favorire infezioni dell’orecchio medio.

Per una diagnosi accurata si ricorre spesso a esami specifici come la gastroscopia o la pH-metria esofagea, che consentono di identificare la presenza di reflusso gastroesofageo anche in assenza di sintomi classici. Il trattamento prevede modifiche dello stile di vita, una dieta equilibrata, riduzione dello stress, e può includere farmaci antiacidi o protettori della mucosa secondo le indicazioni del medico.

Prestare attenzione anche ai segnali più sfumati e non sottovalutare sintomi atipici può fare la differenza nella prevenzione di complicanze a lungo termine e nella promozione del benessere complessivo.

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