Quanto guadagna chi fa le pulizie nelle scale: ecco perché sempre più persone cambiano lavoro

Il lavoro di chi si occupa delle pulizie nelle scale condominiali è un’attività essenziale, eppure spesso sottovalutata sotto il profilo retributivo, contrattuale e di riconoscimento sociale. Negli ultimi anni, sempre più persone stanno valutando la possibilità di lasciare questa professione, spinte da una combinazione di fattori economici e lavorativi che ne minano la sostenibilità sul lungo periodo.

Retribuzione mensile e livelli contrattuali

Chi fa le pulizie nelle scale, salvo casi di lavoro autonomo, viene generalmente inquadrato secondo il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) Pulizie Multiservizi, in base a diversi livelli che riflettono mansioni ed esperienza maturata. Dal luglio 2025, le nuove tabelle retributive fissano lo stipendio lordo mensile per i livelli più bassi – quelli tipici degli addetti alle scale – intorno a 1.237,91 euro lordi per il primo livello, cifra che include le indennità specifiche per il settore. La maggior parte degli addetti si attesta nei livelli più bassi (1-3), con una retribuzione mensile lorda compresa fra circa 1.200 e 1.370 euro.

Queste cifre comprendono solo il compenso di base; spesso vengono aggiunte piccole indennità (continuità di servizio, funzione), ma nella pratica raramente il netto mensile supera i 1.000-1.100 euro per i lavoratori senza ruoli di responsabilità diretta o anzianità significative. In contesti come le pulizie domestiche private, svolte in autonomia, le tariffe orarie e gli stipendi possono essere ancora inferiori se rapportati ai minuti effettivi di lavoro e ai costi sostenuti.

Orario di lavoro e carico effettivo

Uno degli aspetti più critici della professione è la discrepanza tra orario contrattuale ed orario effettivo. Sebbene molti contratti prevedano un orario ridotto (ad esempio, poche ore giornaliere nelle fasce mattutine), nella realtà gli addetti possono dover coprire più scale o edifici in differenti zone, richiedendo spostamenti non sempre retribuiti, oltre a svolgere mansioni aggiuntive per venire incontro alle esigenze di condomini particolarmente esigenti.

Le testimonianze raccolte evidenziano che in certe situazioni i lavoratori possono ritrovarsi impegnati anche dieci o più ore consecutive quando la pulizia riguarda non solo le scale ma anche spazi comuni, cortili e servizi annessi, con un compenso giornaliero che, nel peggiore dei casi, può aggirarsi sui 30 euro netti. Calcolando il monte ore, spesso lo stipendio effettivo orario si rivela ben al di sotto della paga minima contrattuale, soprattutto nei periodi di maggiore intensità lavorativa o se si sommano tempi di attesa e trasferimento tra condomini.

I motivi del cambiamento: perché il settore perde addetti

Negli ultimi anni il settore delle pulizie, e in particolare quello condominiale, sta sperimentando una vera e propria crisi di vocazioni. Le cause della fuga dal settore sono molteplici:

  • Bassi salari: la paga minima prevista dai contratti nazionali risulta difficilmente sostenibile se rapportata alla fatica fisica, all’instabilità delle ore e alle responsabilità legate alla sicurezza e all’igiene di ambienti pubblici.
  • Instabilità e parcellizzazione dei contratti: molti lavoratori vengono assunti solo part-time o con formule discontinue, che non garantiscono contributi sufficienti per la pensione e minano la possibilità di progettare una stabilità familiare.
  • Scarsa valorizzazione: la percezione sociale del lavoro di pulizia è spesso negativa o marginale, con ricadute psicologiche notevoli su chi svolge la mansione.
  • Condizioni lavorative gravose: orari scomodi, crescita del carico di lavoro senza corrispondenti aumenti salariali, richiesta frequente di straordinari non retribuiti o di mansioni extra.
  • Mancanza di tutele reali: molti operatori lamentano la distanza tra i diritti previsti sulla carta e la reale tutela sindacale e contrattuale.
  • Questa situazione non solo porta ad abbandonare la professione, ma spesso induce i lavoratori a cercare opportunità all’estero, in contesti dove maggiore rispetto dei contratti e livelli salariali più competitivi rappresentano una spinta all’emigrazione soprattutto tra i giovani.

    Scenari futuri e possibili evoluzioni

    La crisi di addetti nel settore delle pulizie condominiali sta avendo effetti visibili sulla qualità generale dei servizi. Molti amministratori segnalano difficoltà crescenti nel reperire personale affidabile; questo, nel breve periodo, rischia di spingere verso un incremento delle tariffe per i condomini e una corsa al ribasso sulle condizioni di lavoro offerte ai nuovi assunti.

    Le soluzioni possibili potrebbero includere:

  • Riconoscimento economico adeguato: un aggiornamento delle tabelle retributive che tenga conto dell’aumento del costo della vita, dell’importanza del servizio svolto e della centralità degli operatori nella vita condominiale.
  • Stabilizzazione contrattuale: maggiore diffusione di contratti a tempo indeterminato e full time, assicurando ore lavorative certe e contributi regolari.
  • Formazione e specializzazione: percorsi di crescita che permettano di sviluppare competenze trasversali (rispetto delle norme igienico-sanitarie, gestione di prodotti e macchinari avanzati), con conseguenti riconoscimenti salariali e di carriera.
  • Rivalutazione sociale del ruolo: iniziative di sensibilizzazione volte a restituire dignità e visibilità pubblica a chi svolge una professione fondamentale per il benessere collettivo.
    1. Miglioramenti tecnologici
    2. L’introduzione di attrezzature innovative e prodotti più efficienti può alleggerire parte del lavoro fisico, riducendo i tempi di esecuzione e gli sforzi richiesti.

    3. Supporto sindacale effettivo
    4. Il rafforzamento delle reti di tutela sindacale e la diffusione delle buone pratiche possono permettere ai lavoratori di rivendicare condizioni migliori, favorendo anche la contrattazione collettiva realmente efficace.

    Il futuro del settore dipenderà dalla capacità di rinnovarsi e di riconoscere il vero valore di chi opera ogni giorno per garantire ambienti sicuri e puliti. Senza un’inversione di tendenza sul piano retributivo e contrattuale, il trend che vede sempre più addetti abbandonare le pulizie condominiali è destinato a proseguire, con conseguenze per la qualità della vita urbana e la coesione tra cittadini.

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