Allerta sulle tue finanze: ecco il numero che indica se sei a rischio di non pagare le spese

Quando si parla di finanze personali e del rischio di non riuscire a pagare le proprie spese, l’attenzione si concentra su determinati indicatori numerici che possono fungere da veri e propri segnali d’allerta. Questi indici non servono solo alle aziende, ma stanno diventando sempre più rilevanti anche per i privati cittadini, nel momento in cui banche, finanziarie o enti di controllo valutano l’affidabilità creditizia o la solidità delle proprie finanze. Capire a quali numeri prestare attenzione è fondamentale per non arrivare impreparati a situazioni di insolvenza o, peggio, a subire blocchi nei servizi bancari o notifiche da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Il significato degli indici di allerta finanziaria

Nell’ambito delle finanze personali, gli indici di allerta sono dei parametri che aiutano a prevedere e prevenire uno stato di difficoltà nel far fronte ai propri impegni economici, siano essi debiti, utenze, rate o spese quotidiane. Questi indicatori, ormai codificati e riconosciuti anche dalla normativa, sono stati definiti dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili in applicazione del Codice della Crisi e dell’Insolvenza. Nella pratica, sono strumenti capaci di segnalare in modo tempestivo condizioni di squilibrio che mettono a rischio la sostenibilità delle spese.

Tra gli indici di rischio più significativi per i privati si annoverano:

  • Rapporto tra spese ricorrenti e reddito disponibile: se le uscite mensili per mutuo, affitto, utenze, finanziamenti e necessità di base raggiungono o superano il 40%-50% del reddito disponibile, ci si trova in una situazione da monitorare con grande attenzione.
  • Livello di indebitamento: l’ammontare dei debiti rispetto al reddito annuale è un fattore chiave. Un indice oltre il 30%-35% viene considerato di allerta.
  • Utilizzo costante dello scoperto di conto: ricorrere ogni mese o quasi al saldo negativo o al fido bancario è un chiaro segnale di squilibrio finanziario.
  • Saltuari mancati pagamenti: anche poche rate saltate, o bollette non saldate nei tempi, sono sintomo di stress finanziario.

Il “numero magico”: quale valore osservare per capire se sei a rischio

Non esiste un unico valore universale che decreti automaticamente la presenza di una crisi finanziaria personale. Tuttavia, l’indicatore maggiormente utilizzato dagli istituti finanziari per valutare il rischio di insolvenza rimane il debit service ratio, ossia la percentuale di reddito destinata al servizio del debito (rate, interessi, ecc.). Se questo numero supera il 40%, scatta tipicamente una segnalazione interna nelle banche e potrebbero essere limitate nuove concessioni di credito o alzato il livello di attenzione sulle movimentazioni.

Un altro dato cruciale è la presenza di sofferenze o di segnalazioni in banche dati come la Centrale di Allarme Interbancaria (CAI), dove finiscono i soggetti che hanno emesso assegni scoperti non regolarizzati o che abbiano gravi inadempienze con carte di pagamento. Essere presenti in queste liste limita l’operatività bancaria e influisce negativamente sulla valutazione di qualsiasi richiesta futura di credito.

Come funzionano i sistemi di allerta e quando scattano le segnalazioni

Le banche e gli istituti finanziari utilizzano complessi sistemi di monitoraggio, che combinano analisi automatizzate e controlli periodici sugli andamenti dei flussi di conto, l’accensione di nuovi finanziamenti, l’esporsi continuo a scoperti e la regolarità dei bonifici in entrata e uscita. Non esiste una soglia fissa nazionale sopra la quale scatti un “allarme” visibile al cliente. Ogni realtà applica criteri leggermente diversi, ma tutte convergono su determinati valori:

  • Se si accumulano bonifici, prelievi o versamenti “anomali” rispetto al profilo tipico del cliente, scattano verifiche per antiriciclaggio e segnalazioni di operazioni sospette.
  • Un numero elevato di rifiuti di addebito, insoluti o ritorni di RID può costituire motivo per la revisione delle condizioni contrattuali o per la richiesta di spiegazioni da parte dell’istituto.
  • Il superamento prolungato del saldo disponibile, oltre il fido accordato, può portare a richieste di rientro immediato delle somme e all’innalzamento del rischio di segnalazione a centrali creditizie.

Questi segnali vengono poi incrociati con le informazioni raccolte dalle Centrali Rischi come quella della Banca d’Italia e la già citata CAI, così che ogni evento venga tracciato e le potenziali situazioni di crisi rilevate con un certo anticipo.

Come consultare i dati e difendersi dai rischi

Ogni persona può monitorare il proprio stato finanziario tramite:

  • Il controllo regolare dei movimenti di conto e delle relative spese ricorrenti, per capire se la percentuale rispetto al reddito sta salendo oltre livelli di sicurezza.
  • La richiesta del proprio profilo di rischio e la visualizzazione delle eventuali segnalazioni presenti nelle banche dati, attraverso i portali predisposti dagli istituti (es. Centrale Rischi Banca d’Italia, CAI).
  • La valutazione tramite simulatori online del rapporto tra entrate e uscite, cercando di mantenere il servizio del debito sotto al 35-40% delle entrate nette.

In caso si ricevano notifiche di compliance dall’Agenzia delle Entrate, è essenziale controllare immediatamente il proprio cassetto fiscale digitale, poiché solo tramite le aree riservate ufficiali possono essere lette e gestite eventuali richieste di chiarimento o pagamento. È importante ricordare che le notifiche non sempre arrivano tramite raccomandata o pubblicazione, ma spesso sono comunicate via e-mail o sms solo se si è abilitato tale servizio. Gli alert, infatti, non rappresentano sempre accertamenti formali ma dovrebbero essere presi sul serio per evitare successive complicazioni.

In sintesi, il “numero” da monitorare con attenzione è quello che esprime il rapporto tra impegni finanziari fissi e reddito netto mensile: superata la soglia del 40%, si entra in una zona di rischio che può portare, se trascurata, a un vero allarme sulle proprie finanze con conseguenze che vanno dal diniego del credito fino alla segnalazione nelle centrali di allarme.

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